Sìnnai Tra la pianura del basso Campidano di Cagliari e i rilievi del Sarrabus si trova la città di Sìnnai (in sardo Sìnnia): il Comune conta 17.417 abitanti (dato ISTAT al 01/01/2017). La maggior parte del territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di rilievi montuosi, i più alti della Sardegna meridionale come: Punta Serpeddì (1067 mt.), Sette Fratelli (1023 mt.), Monte Genis (983 mt.). Nella sua vastissima superficie, una delle più ampie in Sardegna, Sìnnai racchiude tutti gli elementi naturali: montagna, collina, foresta, campagna, mare. Il territorio è esteso per 22.388 ettari e per tre quarti (16.913 ettari circa) è occupato da monti e boschi, rifugio naturale di cervi, cinghiali, lepri, conigli e aquile; il restante territorio è distribuito fra il paese in collina e un tratto di costa tra i più belli del litorale sud orientale della Sardegna, come la fraz. di Solanas e Torre delle Stelle. Il centro abitato è in collina ad un’altitudine di 133 mt. s.l.m. In prossimità dell’abitato è presente la Foresta Campidano, meglio nota come la Pineta di Sinnai (in sardo sa Pimpiniera), un suggestivo polmone verde costituito da conifereti impiantati artificialmente che si estende per 1600 ettari nel territorio di quattro comuni (oltre Sinnai anche Settimo S.P., Dolianova e Soleminis) intorno al rilievo collinare di Bruncu Mògumu dove è stato scoperto ultimamente un importante sito archeologico (resti di un tempietto nuragico di epoca protostorica e varie tracce di presenza fenicia del VII sec. a.C.). L’origine del nome Non si conosce l’origine esatta del nome della città: c'è' chi sostiene che Sìnnai derivi da Sinai, il famoso monte della Palestina. Tesi fondata sul fatto storico che l’imperatore romano Tiberio mandò in esilio in Sardegna 4.000 ebrei. Gli ebrei notarono una somiglianza tra il monte Serpeddì e il monte Sinai e chiamarono così il posto in cui si trovavano, per ricordare la loro terra. Ma c’è anche chi sostiene che Sinnai derivi dal verbo sardo sinnài (che significa segnare marchiare) perché il paese sorgeva nel posto dove i pastori portavano il bestiame per la cerimonia della segnatura, cioè della marchiatura. Ma appare anche suggestiva l’ipotesi dell’archeologo canonico Giovanni Spano, che ipotizzava che il nome Sìnnai derivasse dal nome “scin” che indicava luoghi posti in vicinanza di dirupi e di ciglioni di pietra e dal nome fenicio “sina” (che significa arbusto, rovo), luogo di sterpi, terreno accidentato, come fu chiamato per questo motivo il celebre monte Sinai della Palestina. Che il nome Sinnai derivi da “sina” è confermato dal nome del secondo villaggio che diede origine al paese di Sinnai: Segossini che significa, infatti, “luogo subito dopo Sinnai” in quanto unione dei termini “secus” (in latino) o “segus” (in sardo) con il significato di “dietro – subito dopo” e “sina”. Sìnnai è gemellata con il Comune di Bovolone (VR) e, nel nome della Brigata Sassari , , con i Comuni di Asiago (VI), Foza ( (VI), Tempio Pausania (OT) e Armungia ( CA). La Brigata Sassari La Brigata Sassari, erede delle tradizioni del Terçio de Cerdena (periodo aragonese-spagnolo) e del Reggimento di Sardegna (periodo Sabaudo), fu costituita il 1° Marzo del 1915 a Sìnnai e a Tempio Pausania, su due Reggimenti, il 151° e il 152° fanteria, composti interamente da Sardi. Spostata dal Carso sull'altipiano di Asiago, nel giugno 1916 riconquistò Monte Fior, Monte Castelgomberto e Casera Zebio. Il 3 agosto i suoi reggimenti ricevettero la prima Medaglia d'Oro. Nei tragici giorni di Caporetto i fanti della "Sassari" contrastarono le avanguardie nemiche fino al Piave combattendo con straordinaria coesione morale, disperato orgoglio e granitica compattezza organica. Il battaglione "Musinu" fu l'ultimo dell'intero Esercito a passare il Piave, inquadrato e al passo, quasi irridendo il nemico che incalzava. Ultimi a ripiegare, i "Sassarini" furono i primi nella riscossa. Sull'altopiano dei "Sette Comuni", nel gennaio 1918, la Brigata fu protagonista della battaglia dei "Tre Monti" (Col de Rosso, Col d'Echele e Monte Valbella) che valse la seconda Medaglia d'Oro alle Bandiere dei reggimenti. La Grande Guerra costò alla "Sassari" oltre 15.000 perdite (2164 caduti e 12858 tra feriti, mutilati e dispersi). Caddero 138 Sassarini ogni 1000 incorporati (la media nazionale fu di 104). 6 Ordini Militari di Savoia, 9 Medaglie d'Oro, 405 d'Argento, 551 di Bronzo rappresentano il riconoscimento del valore individuale dei sardi che si batterono all'ombra delle due gloriose Bandiere, ciascuna delle quali venne decorata con 2 Medaglie d'Oro al V.M. (caso rimasto unico nel nostro Esercito, nell'arco di una sola campagna di guerra). |